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I
romani
L'origine
del profumo si perde nella notte dei tempi. L'Oriente sembra esserne stata
la culla. Viene usato prima nei riti religiosi. Bruciati in onore degli
Dei, i profumi esalavano un fumo odoroso che si levava verso il cielo, da
qui l'origine della parola profumo, che deriva dal latino "per fumus"
e cioè attraverso il fumo. Bruciando sostanze odorose gli uomini si
attiravano le grazie divine. Gli odori gradevoli scongiuravano anche le
malattie ed ostacolavano la peste e le epidemie.
L'uso divenne poi profano. Cleopatra o valorosi guerrieri cominciarono a
spalmare i loro corpi con unguenti profumati.
La tappa seguente fu la scoperta della distillazione da parte degli arabi,
ai quali dobbiamo l'invenzione dell'alambicco, usato ancora ai nostri
giorni.
Dal Medio Evo, il bagno ed il lavarsi in generale è abbandonato e si fa
un uso smodato di profumi per rimediare alla mancanza di igiene. Appaiono
così le prime acque profumate quali l'Acqua d'Ungheria, poi, molto più
tardi l'Acqua di Colonia, commercializzata da Jean-Marie Farina.
"Houbigant"
si installa in rue Faubourg Saint Honoré e profuma tutta l'aristocrazia.
L'uso del profumo si diffonde in Francia grazie alla Dama del regno, Maria
Antonietta , moglie di Luigi XVI o Giuseppina, moglie di Napoleone, che
danno l' esempio. Dopo il XVIII secolo, l'industria francese dei profumi
si concentra a Grasse, nel sud della Francia.
All'inizio, i fabbricanti di Grasse distillavano l'essenza do lavanda
nelle fabbriche di guanti. I guanti profumati divennero celebri grazie
alle donne eleganti di Francia, Inghilterra ed Italia. Fu il primo modo di
indossare un profumo.
I profumi di oggi provengono da questa tradizione, ma la scoperta dei
prodotti di sintesi, alla fine del secolo scorso, ha cambiato in modo
considerevole sia il modo di elaborare il profumo, sia quello di
percepirlo.
Nel periodo della Belle-Époque sono apparsi grandi profumi che vanno da
"JiCky" di Guerlain (1889, il decano dei profumi attualmente in
vendita) a "Origan"(1905) a "Chyprie" (1917).
E' tra le due guerre che sono apparsi i nomi dell' Alta Moda nel mondo
della profumeria, con tutto quello che questo rappresenta in fatto di
eleganza e lusso femminile: N°5 (1921), Arpege (1927). L'epoca è
contrassegnata anche dalla raffinatezza dei flaconi, delle confezioni e
dalla nascita di grandi creazioni diventate dei classici, come Shalimar
(1925).
Riservato ad una élite, il profumo ha un nuovo sviluppo alla fine della
seconda guerra mondiale, con un notevole aumento di consumatori. E' in
questo periodo e più precisamente nel 1945, che rinasce la profumeria
maschile, in particolare con la creazione di Moustache. Questa tendenza si
sviluppa con il successo di Eau Sauvage (1966) che conferma l'evoluzione
delle fragranze maschili fino ai giorni nostri.
Yves Saint Laurent, Creatore Haute-Couture dei nostri tempi, ha saputo
proporre alle donne ed agli uomini profumi all'altezza del suo marchio.
L'antico
egitto
Nella storia
dell'umanità i primi documenti sulla profumeria risalgono agli Egizi. In
questa civiltà , alle fragranze di cui i sacerdoti avevano il pieno
controllo veniva attribuita la proprietà di fare da tramite alle
aspirazioni umane nell'aldilà. Emblematico
il rituale dell'imbalsamazione: alla morte del Faraone, il suo corpo
veniva privato delle viscere, pulito con olio di pino, riempito di essenze
come mirra, cassia e cedro ed infine avvolto in bende impregnate di oli
aromatici. Ma via via che il lusso e la raffinatezza entrarono nella vita
privata, gli Egizi iniziarono ad impiegare le sostanze odorose anche
nell'igiene quotidiana. Nacque
allora una vera e propria industria dei profumi, senza dubbio favorita
dalla spedizione navale della regina Hatsepsuth nel mitico "Paese di
Punt" dove crescevano mirra, incenso e opoponax. Fu un autentico
tripudio di fragranze - come il "Kyfi", composto da più di 60
essenze- esportate anche in paesi molto lontani.
Da Atene a
Roma
Nell'antica
Grecia, mito e culto della bellezza trovarono nel profumo una perfetta
sintesi. Gli "euodia", ovvero gli odori buoni - strumento di
ricerca del divino - raggiunsero il loro apogeo nella raffinatissima Atene
di Pericle. Qualche esempio: il "susinon" a base di giglio o il
"kipros" a base di menta e bergamotto. E nonostante il veto di
alcuni personaggi illustri, come Socrate, l'importanza attribuita al
profumo è confermata dal famoso "Trattato degli odori " di
Teofrasto, testo base della profumeria antica. Dopo l'iniziale diffidenza
dei Romani nei confronti delle "mollezze" orientali, con l'età
imperiale il profumo trionfò in tutte le sue forme anche a Roma. Come
racconta Petronio nel Satyricon , i banchetti divennero vere e proprie
" orge olfattive" : durante i convivii nella Domus Aurea di
Nerone, per esempio, da un soffitto d'avorio traforato cadevano sugli
ospiti petali di rosa impregnati di essenze preziose. Con la decadenza
dell'impero e la nuova morale imposta dal cristianesimo però, l'arte del
profumo cadde rapidamente nell'oblio.
Il profumo e il sogno
Il profumo è molto di più di una sostanza
materiale inanimata. E' una specie di"genio buono" che permette
di compiere sette grandi tipi di sogni:
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La funzione sacra.
Mette in rapporto con gli dei, com lo spirituale.
E' il profumo dell'Eden come scrive Maometto "Dove gli uomini
gioiscono di una vita piena di piacere, dove fanciulle li accolgono
agitando sciarpe profumate". Il profumo dei riti sacri, il
profumo delle imbalsamazioni, delle offerte, ecc.
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La funzione eleganza.
Il profumo eleva, è aristocratico, ma è anche segno di benessere.
Profumo bijoux, profumo scrigno, profumo che permette di affermare la
differenza.
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La funzione seduzione.
Il profumo è ritenuto il più forte artefice di seduzione, come l'Eau
de Hongrie che permise alla regina di Ungheria, a 70 anni, di sedurre
il re di Polonia, secondo quanto racconta la storia.
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La funzione piacere.
Il profumo dona estasi, piacere. Il profumo , come dice Honais in
Madame Bovary " sorprende l'intelletto e provoca estasi".
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La funzione vitalità.
Il profumo dà forza, è l'unguento profumato che dava vigore e
fiducia agli atleti greci dell'antichità. Profumo purificatore che si
bruciava durante la peste. Profumo che protegge dagli altri.
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La funzione identità.
Il profumo dà a chi lo indossa un'identità, un carattere, un secondo
nome di battesimo. La scia del profumo evoca in voi la presenza di una
persona anche quando essa non c'è.
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La funzione evasione.
Il profumo ricorda luoghi distanti, momenti passati, contrade lontane,
permette di fuggire.
L'arte di creare un profumo
Il
profumo si crea un po' come un quadro o una composizione musicale. Esso
non è un semplice "cocktail" di odori mescolati da un chimico.
Come non è sufficiente mescolare dei colori per fare un quadro.
Il profumo è creato all'origine da un artista che cerca di esprimere e
far provare agli altri un'emozione personale. La creazione di un profumo
dipende, come tutte le opere artistiche, dall'immaginazione creativa del
suo compositore. Egli è spesso chiamato familiarmente "naso";in
realtà lavora soprattutto con il cervello che gli fa ricordare e
riconoscere fino a 3500 odori diversi.
Ecco che cos'ha scritto uno dei grandi creatori attuali:"un
compositore sente in anticipo il profumo che non c'è ancora, e che si
propone di creare". Egli parte quindi dall'idea,come un pittore parte
da una visione prima di prendere pennelli e colori per creare un quadro.
Quest'idea è spesso il ricordo di un odore straordinario che ha sentito
un giorno e che gli ha fatto provare un'emozione. Il compositore cerca
dunque, e questa è la cosa più difficile, di tradurre quest'idea, questo
ricordo, questa emozione in quello che diventerà un profumo. Ma prima di
arrivare, quanta pazienza, quanti tentativi, quanti abbozzi abbandonati.
Occorrono migliaia di prove successive prima di arrivare alla formula
definitiva. Per questo, la creazione di un profumo richiede, oltre
all'ispirazione, anni di ricerca e di messe a punto.
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