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autore: Daniela Panosetti (Università di Bologna (IT))
Black Mirror. Distopie del vedere
lingua: italiano
data di pubblicazione: febbraio 2012abstract: Il saggio prende in considerazione il secondo episodio della miniserie Black Mirror (2011), prodotta da Charlie Brooker per la televisione inglese, attraverso un’analisi del rapporto complesso tra il particolare regime di visibilità che ne regola il mondo possibile e i regimi valoriali profondi assunti o rigettati dai soggetti. In particolare, si cercherà di mostrare come nell’evidente tentativo di rilettura contemporanea di alcuni topos ricorrenti nelle cosiddette narrazioni distopiche (e in particolare del loro archetipo moderno, il romanzo 1984 di George Orwell) il testo metta in scena una rappresentazione originale, per quanto declinata al futuro, dello scenario mediale attuale, problematizzandone diversi aspetti all’interno di un’unica, tendenzialmente disforica dimensione proiettiva: fenomeni in declino (la visione schermica come “somministrazione” up-down), emergenti (realtà aumentata) e dominanti (la “socialità virtuale” prevalente in tutte le declinazioni del web 2.0). Dall’effetto di senso glo-bale prodotto dal discorso (e nello specifico dalle scene finali) emergono, in particolare, una serie di ribaltamenti e slittamenti dei topos distopici per altro verso richiamati: si passa infatti dall’ossessiva de-individualizzazione all’eccesso di personalizzazione, dalla dittatura del /dover essere visti/ a quella del /dover vedere/, dalla ricerca di realtà e verità a quella di autenticità, quest’ultima presentata come isotopia principale e vera architrave epistemica di tutta la narrazione.
keywords: distopia, realtà aumentata, visivo, serialità, fantascienza, web, televisionecitazione: Daniela Panosetti, Black Mirror. Distopie del vedere, "Ocula", vol.13, febbraio 2012. DOI: 10.12977/ocula56
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