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Questo articolo è stato pubblicato in: Ocula 21, Geosemiotica: dai locative media, alle immagini diffuse, ai big e small data
autore: Bruno Surace (Università di Torino (IT))
Visori e galline nel Web of Beings. Second Livestock fra goliardia, semiologia e filosofia
lingua: italiano
data di pubblicazione: dicembre 2019abstract: Second Livestock è la pionieristica invenzione di Austin Stewart, della Iowa State University. Si tratta di un visore per galline, connesso a una cabina isolante, che introdurrebbe queste ultime in un mondo virtuale decisamente migliore rispetto a quello in cui sono costrette negli allevamenti intensivi. Di tale invenzione non esistono che tracce raffazzonate – immagini, testi, un video introduttivo – in un sito web dedicato,
e tutto lascia pensare che si tratti di uno scherzo, o più precisamente di un esercizio artistico volto a polemizzare sulle condizioni del pollame di allevamento. In questo saggio tuttavia trattiamo Second Livestock volutamente come un prototipo realistico, indagando le specificità dell’animal-centered-design e le relative contraddittorietà di tale paradigma. Second Livestock viene analizzato a partire da ciò che del progetto ci
è dato in misura testuale, e nel contempo l’analisi semiotica è affiancata da tutte le problematiche filosofiche ed etiche che ne scaturiscono. L’analisi ci può dire molte cose sullo stato attuale del dibattito sulla condizione animale, sul rapporto fra tecnologia e ideologia, sullo statuto e l’immaginario connessi ai geo-media. Il risultato è un nuovo paradigma di lettura dell’attuale società mediale, che non è più quello esclusivo del web of things, ma che ribattezziamo, alla luce delle osservazioni condotte, web of beings.
citazione: Bruno Surace, Visori e galline nel Web of Beings. Second Livestock fra goliardia, semiologia e filosofia, "Ocula", vol.20, n.21, pp.56-70, dicembre 2019. DOI: 10.12977/ocula2019-22
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