Intervista a Pino Paioni
Con Jurij M. Lotman, Seminario su "Il discorso storico" a Urbino, 1988Convegno "Il pettegolezzo: voci e rumori: la propagazione della parola", Collegio La Vela, Urbino, luglio 1995Presentare Pino Paioni a chi ha frequentato la semiotica italiana è inutile. E le note biografiche potrebbero essere sufficienti a chiarire il suo ruolo di pivot, di centro attorno al quale tutti coloro che hanno dato contributi a questa disciplina hanno gravitato. Ma per i tanti giovani che si avvicinano al nostro campo (o disciplina, se preferite) è utile una breve nota.
I contributi di Paioni sono sintetici, lontani dai toni altisonanti o di scontata ufficialità accademica, per lo più affidati a interventi orali, sempre innovativi, e si caratterizzano per la capacità di aprire in poche righe nuove piste di ricerca. Contrariao ad ogni delimitazione disciplinare, capace di interessarsi e di intervenire con competenza su temi che vanno dai fatras medievali alla moda di strada, il suo lavoro mira sempre alla rottura dei quadri predefiniti.
Anche nell’attività di direzione del Centro di semiotica, non si lascia mai circoscrivere dal quotidiano o dalle accademie ristrette, ma guarda a, e recepisce, l’orizzonte internazionale. Ne testimoniano la sua attività di editor dei quaderni del Centro o di direttore degli Stage estivi, dove figurano contributi della migliore cultura europea e americana.
L’attività del Centro, se non ignorata, certamente sottovalutata in Italia, è famosa nelle migliori università americane. Basterà ricordare che i Cultural Studies, uno dei grandi movimenti di rinnovamento degli studi sociali negli Stati Uniti, hanno avuto ad Urbino un punto felice di crescita, attraverso la presenza continua negli anni di nomi quali quello di Jean-François Lyotard, Louis Marin, Frederic Jameson, Erving Goffman, Michel de Certeau. Ma deve anche essere ricordata la presenza nella storia del Centro della semiotica peirceana, della grande scuola semiotica di Mosca e Tartu (I.M. Lotman), e della scuola sociolinguistica e di etnografia della comunicazione, con John J. Gumperz, Dell Hymes, Joel Sherzer.
A Urbino si è tenuto il primo seminario italiano di Semiotica e Marketing, aprendo alla più recente stagione della consulenza e della ricerca.
Lontano dunque dall'appiattire la semiotica a mero strumento della critica letteraria o di racchiuderla dentro gli ambiti tradizionali della filosofia del linguaggio, a Pino Paioni va riconosciuto il merito di avere sempre orientato la ricerca verso campi inediti, lavorando all'elaborazione di uno strumento unificante nell'ambito delle scienze umane e sociali.
Pino Paioni ha dato e dà un esempio, fin dai primi anni del dopoguerra, di come la semiotica nasca (o ri-nasca) e produca il meglio con ampie e consapevoli posizioni di apertura. Nell’intervista che pubblichiamo sentirete parlare di studiosi di ogni parte del mondo, ospitati e chiamati senza riguardo alle loro posizioni, alla loro origine e al loro grado accademico. Unici criteri l’entusiamo per la ricerca, la voglia di discutere e di innovare, di mettere in crisi schemi e barriere disciplinari e culturali.
Con questo documento vogliamo ricordare com’era la semiotica da giovane, quando non era ancora materia universitaria consolidata e i suoi esponenti avevano appena iniziato a entrare nell’ambiente accademico. E niente come le parole di Pino Paioni ci può aiutare a farlo. Questa è storia, ragazzi, raccontata da un giovane semiotico di 84 anni.
Auguri a Pino, e grazie!
La redazione di Ocula
1a parte:
Lotman, le origini del Centro. Lo strutturalismo fra Parigi e Urbino. I protagonisti del dibattito e degli incontri : da Greimas, a Todorov, a Eco.
2a parte:
Cosa fare in un centro di semiotica? Gli incroci fra correnti (Bachtin, Todorov, i Formalisti russi).
3a parte:
I russi, gli americani, gli anni 60. Fino ai filosofi.
4a parte:
I protagonisti e i convegni (De Certeau e lo studio del misticismo, il linguaggio religioso, il cinema e il teatro: la sperimentazione ancora una volta negli incroci fra linguaggi teorici e pratici. fino a oggi.
Biografia
Giuseppe Paioni è nato a Pennabilli (PS) il 9 aprile 1920.
Frequenta la Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Roma. I suoi studi sono interrotti dalla guerra, prende parte alla Resistenza sulla linea gotica.
Subito dopo termina gli studi ad Urbino, dove si laurea con il massimo dei voti.
Nell’anno 1944/45 è nominato Assistente volontario alla cattedra di Lingua e letteratura italiana nella facoltà di Magistero. Tra gli anni Quarantacinque-Cinquanta ricopre vari incarichi d'insegnamento, tra cui quello di Linguistica italiana del '900.
Dal primo marzo 1957 è nominato Assistente ordinario alla cattedra di Filologia romanza presso la facoltà di Magistero, insegnamento in cui diverrà prima professore incaricato e poi stabilizzato (dall'anno accademico 1973/74).
Negli anni 60 è fra i promotori del Corso di laurea in Sociologia al cui interno assumerà, fino alla fine degli anni 70, l’insegnamento di Linguistica generale, disciplina da lui stesso voluta nel piano degli studi in considerazione dell'importanza del modello strutturalista all'interno delle scienze sociali.
E' in questo periodo che segue a Parigi, all'Ecole des Hautes Etudes, i seminari di Algirdas Julien Greimas e di Roland Barthes, sviluppando quegli interessi che lo porteranno a fondare, nel 1970, insieme a Paolo Fabbri e Carlo Bo, il Centro Internazionale di Semiotica e di linguistica di Urbino, che dopo Tartu, è la prima scuola di semiotica nel panorama mondiale. Di tale centro, dal 1972 è Segretario Generale e Direttore dei seminari e convegni estivi.
Dall’anno accademico 1973/74 all’anno accademico 1984/85 tiene lezioni di Semiotica del testo presso la Scuola di Perfezionamento in Scienza e storia della letteratura italiana e presso la scuola di Perfezionamento in Lingue e letterature straniere moderne.
Dal 1987 al 1990 è Presidente dell’AISS (Associazione Italiana di Studi Semiotici) e dal 1988 al 1992 Vice presidente dello IASS (International Association for Semiotic Studies).
Attualmente insegna Semiotica Generale presso l’Istituto di Design e Discipline della moda.
E’ membro del Comitato Scientifico del Centro Alti Studi Europei, istituito presso l’Università degli Studi di Urbino.
Ha pubblicato, tra gli altri, saggi di semiotica poetica ''I proverbi di Villon'' (1971); ''Ungaretti, la voce e la scrittura'' (1981), narratologia (''Le maschere e il racconto'' 1980); di semiotica della cultura (La voce e la scrittura,1986); di semiotica discorsiva (''Preliminari all’analisi del discorso politico'' 1987 ); di semiotica non verbale (''Geste et langage: perspectives semiotiques'', 1991; ''Figure del silenzio'', 1999).
E’ stato coeditore degli atti dei convegni L’analisi del mito (Roma, 1982); e Oralità: cultura, letteratura, discorso (Roma, 1985).
Dirige la collana dei ''Documenti di lavoro e pre-publicazioni/ Documents de travail et Pré-publications /Working papers and pre-prints'' (n. 330 numeri pubblicati fino ad oggi) - la rivista Luoghi comuni e - la Collana ''Scritture'' (edizioni Quattroventi).
E' redattore della rivista Carte semiotiche (Firenze) e della Revue romane (Copenhagen).
Nel 1998 lo IAVS (International Association for Visual Semiotics) gli ha conferito un premio per l'attività di ricerca e editoriale svolta.
Per contattare il Centro Internazionale di Semiotica e Lingustica di Urbino semiotica@uniurb.it
Intervista raccolta da Giampaolo Proni e Federico Montanari il 12 dicembre 2003.
Le registrazioni sono compresse nel formato audio mp3.