Aiuto…ci hanno rubato i sensi!

Le percezioni perdute dell’Occidente, e l’Oriente si difende con gli odori…

 Ci hanno rubato i sensi…sostiene Stefano Laffi, giovane sociologo ed economista nel suo “Il furto e mercificazione dell’età giovanile”. Ma se fosse proprio così , avremmo assistito ad un evento epocale ad un trauma inaspettato: la perdita della nostra percezione nel mondo.

E’ evidente il fatto che ci troviamo di fronte ad una sgradevole utopia, tre se e se contraddittoria, superba ed impudente. Se e’ vero che, i nostri sensi,da una parte vengano mercificati ed a volte atrofizzati (perché inutilizzati)…dall’altra non possiamo negare la loro eccessiva enfatizzazione, ne è a riguardo una prova l’attuale celebrazione del corpo e la produzione di oggetti sempre più multisensoriali (libri al gusto di fragola, CD profumati). Forse l’unico vero problema che a nostro avviso meriti un approfondimento, è che in questo modo i “SENSI” diventano inaffidabili. Con la conseguenza di generare(come sottolinea Laffi) un vero spaesamento.

Certo è che questa crescente “anestesia dei cinque sensi” riguarda una piccola parte del mondo cioè l’Occidente ricco. Infatti nello scenario della metropoli, che comunque si avvia a diventare quello più diffuso del globo, le nuove forme di comunicazione penalizzano i nostri canali sensoriali. Come muoversi allora nelle metropoli Occidentali nella loro cultura post-moderna fatta di schermi di tutte le dimensioni, di grattacieli, di immagini, di scritte e di odori? Essi, in definitiva, riescono ad appagare il nostro insaziabile bisogno di stimoli? A che cosa siamo costantemente sottoposti ad ricerca infinita o ad una infinita insoddisfazione?!?

E’ indispensabile, a questo punto, mettere in atto una strategia di difesa, simile a quella adottata in Oriente: sforzandoci di creare una barriera di odori e suoni che ci protegga e tuteli un mondo altrimenti preda di una mercificazione inarrestabile e dai devastanti effetti livellatori. Una sorta di “cortina dei sensi” creata con funzione di filtro, di lente attraverso cui il mondo  Orientale si autorappresenta e si scherma davanti agli sguardi invadenti ed impertinenti dei lettori-viaggiatori-narratori d’Occidente.

Il punto allora, ritornando alla nostra concezione Post-moderna, non e’ semplicemente affinare i sensi e goderne. “Piuttosto e’ lasciare aperti i canali attraverso cui quel che sentiamo può arrivare a scuoterci l’anima,farci impazzire di desiderio o dolore, tenerezza o rabbia. Non solo. Con la pratica di una consapevolezza pura, mai distratta, essere capaci di avvertire tutti i nostri moti e stati d’animo; lasciare che si abbandonino al loro stesso esistere, a quel misto di impulsività e pensiero, caso e fatalità di cui si compongono le esperienze e ogni forma artistica che abbia il dono di saperla raccontare.”( di Filippo la Porta)

 A tal proposito la letteratura svela un gigantesco naso come protagonista del romanzo che ha valso a Rushdie il successo definitivo “Figli della mezzanotte”; e puzze, profumi e odori d’ogni sorta sono ciò che più racconta l’India ai viaggiatori (come Pasolini, che proprio a partire dall’odore dell’India ha tracciato un ritratto delicato e poetico di questa fetta di mondo ).

Ma è lo stesso naso, in qualità di olfatto finissimo, a rendere Jean-Baptiste Grenouille personaggio chiave nel romanzo di Patrick Suskind “Il Profumo”. 

Ed ancora e’ l’odore del pane caldo che annuncia la morte della mamma in uno dei tre racconti d’inferno e d’amore di Susanna Tamaro, nel suo nuovo libro Rispondimi.

Fino a citare il poeta parigino Baudelaire e uno tra i suoi più famosi sonetti “Un monde à déchiffrer”.

 

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